Canzone composta nel 1937 da Allie Wruble, con testi di Herb Magidson. Curiosamente, « Gone With the Wind » non comparve nel film omonimo del 1939 (« Via col vento »); tuttavia, beneficiò del successo del romanzo di Margaret Mitchell che la ispirò e, in pochi mesi, il disco vendette un milione di copie. Quasi dimenticata fino al 1946, venne ripresa da cantanti e musicisti, diventando un classico del jazz.
Creata in un’epoca in cui Broadway e Hollywood dettavano i gusti musicali, « Gone With the Wind » fu inizialmente interpretata come una ballata romantica. Cattura il sentimento universale di perdita e nostalgia, evocando amori svaniti o momenti fugaci portati via dal vento.
Resa popolare negli anni ’40 da cantanti come Dick Haymes ed Ella Fitzgerald, « Gone With the Wind » trovò un’eco particolare nel jazz grazie alla sua armonia flessibile e alla sua struttura melodica fluida, offrendo ai musicisti una base ideale per l’improvvisazione.
Musicalmente, « Gone With the Wind » è costruita su una progressione armonica accessibile ma ricca di potenziale. La sua tonalità calda e le sue modulazioni sottili permettono una vasta gamma di interpretazioni, dalle ballate lente alle versioni swing.
Ici, l’une des premières interprétations de « Gone With The Wind »: celle du pianiste Art Tatum, enregistrée le 29 novembre 1937 à New York, qui illustre le génie et l’influence du pianiste sur le développement de la musique improvisée. À une époque où le jazz s’affirmait comme un art sophistiqué, Tatum a transcendé les conventions de son époque, transformant ce standard en une démonstration virtuose de technique, d’harmonie et de créativité.
Art Tatum, déjà reconnu comme un virtuose du piano, dominait alors la scène du jazz avec son style innovant, combinant des lignes mélodiques complexes, une maîtrise rythmique unique et une approche harmonique avant-gardiste. Sa version de « Gone With The Wind » a marqué un tournant dans la manière dont les standards pouvaient être réimaginés. Dès les premières mesures, Tatum impose son style inimitable.
La mélodie originale, conçue comme une ballade romantique, est ici transformée en une véritable pièce d’orfèvrerie pianistique. Jouant avec le tempo, il alterne passages fluides et accélérations audacieuses, brouillant les frontières entre l’improvisation et la composition. Ses ornements délicats et ses arpèges tourbillonnants révèlent une richesse harmonique qui décuple la profondeur émotionnelle de la pièce.
L’utilisation de la modulation est particulièrement notable dans cet enregistrement. Tatum explore des tonalités inattendues, élargissant le spectre harmonique tout en respectant l’essence mélodique de la chanson. Le contraste entre ses moments de délicatesse presque éthérée et ses flambées de virtuosité rappelle pourquoi il était considéré comme un maître absolu de l’interprétation et de l’innovation.
Canción compuesta en 1937 por Allie Wruble, con letra de Herb Magidson. Curiosamente, « Gone With the Wind » no apareció en la película homónima de 1939 (« Lo que el viento se llevó »); sin embargo, se benefició del éxito de la novela de Margaret Mitchell que la inspiró, y en pocos meses el disco vendió un millón de copias. Casi olvidada hasta 1946, fue retomada por cantantes y músicos, convirtiéndose en un estándar del jazz.
Creada en una época en la que Broadway y Hollywood dictaban los gustos musicales, « Gone With the Wind » fue inicialmente interpretada como una balada romántica. Captura el sentimiento universal de pérdida y nostalgia, evocando amores que se desvanecen o momentos fugaces llevados por el viento.
Popularizada en la década de 1940 por cantantes como Dick Haymes y Ella Fitzgerald, « Gone With the Wind » encontró un eco especial en el jazz gracias a su armonía flexible y su estructura melódica fluida, proporcionando a los músicos un lienzo ideal para la improvisación.
Musicalmente, « Gone With the Wind » se construye sobre una progresión armónica accesible pero rica en potencial. Su tonalidad cálida y sus sutiles modulaciones permiten una multitud de interpretaciones, desde baladas lentas hasta versiones swing.
Aquí, una de las primeras interpretaciones de « Gone With The Wind »: la del pianista Art Tatum, grabada el 29 de noviembre de 1937 en Nueva York, que ilustra el genio y la influencia del pianista en el desarrollo de la música improvisada. En una época en la que el jazz se consolidaba como un arte sofisticado, Tatum trascendió las convenciones de su tiempo, transformando este estándar en una virtuosa demostración de técnica, armonía y creatividad.
Art Tatum, ya reconocido como un virtuoso del piano, dominaba entonces la escena del jazz con su estilo innovador, que combinaba líneas melódicas complejas, un dominio rítmico único y un enfoque armónico vanguardista. Su versión de « Gone With The Wind » marcó un punto de inflexión en la manera de reinterpretar los estándares. Desde los primeros compases, Tatum impone su estilo inimitable.
La melodía original, concebida como una balada romántica, se transforma aquí en una verdadera obra maestra pianística. Jugando con el tempo, alterna entre pasajes fluidos y aceleraciones audaces, desdibujando las fronteras entre la improvisación y la composición. Sus ornamentos delicados y arpegios vertiginosos revelan una riqueza armónica que amplifica la profundidad emocional de la pieza.
El uso de la modulación es particularmente notable en esta grabación. Tatum explora tonalidades inesperadas, ampliando el espectro armónico sin perder la esencia melódica de la canción. El contraste entre sus momentos de delicadeza casi etérea y sus explosiones de virtuosismo demuestra por qué era considerado un maestro absoluto de la interpretación y la innovación.
Canzone composta nel 1937 da Allie Wruble, con testi di Herb Magidson. Curiosamente, « Gone With the Wind » non comparve nel film omonimo del 1939 (« Via col vento »); tuttavia, beneficiò del successo del romanzo di Margaret Mitchell che la ispirò e, in pochi mesi, il disco vendette un milione di copie. Quasi dimenticata fino al 1946, venne ripresa da cantanti e musicisti, diventando un classico del jazz.
Creata in un’epoca in cui Broadway e Hollywood dettavano i gusti musicali, « Gone With the Wind » fu inizialmente interpretata come una ballata romantica. Cattura il sentimento universale di perdita e nostalgia, evocando amori svaniti o momenti fugaci portati via dal vento.
Resa popolare negli anni ’40 da cantanti come Dick Haymes ed Ella Fitzgerald, « Gone With the Wind » trovò un’eco particolare nel jazz grazie alla sua armonia flessibile e alla sua struttura melodica fluida, offrendo ai musicisti una base ideale per l’improvvisazione.
Musicalmente, « Gone With the Wind » è costruita su una progressione armonica accessibile ma ricca di potenziale. La sua tonalità calda e le sue modulazioni sottili permettono una vasta gamma di interpretazioni, dalle ballate lente alle versioni swing.
Qui, una delle prime interpretazioni di « Gone With The Wind »: quella del pianista Art Tatum, registrata il 29 novembre 1937 a New York, che illustra il genio e l’influenza del pianista nello sviluppo della musica improvvisata. In un’epoca in cui il jazz si stava affermando come un’arte sofisticata, Tatum superò le convenzioni del suo tempo, trasformando questo standard in una dimostrazione virtuosa di tecnica, armonia e creatività.
Art Tatum, già riconosciuto come un virtuoso del pianoforte, dominava la scena jazzistica con il suo stile innovativo, che combinava linee melodiche complesse, un controllo ritmico unico e un approccio armonico avanguardistico. La sua versione di « Gone With The Wind » segnò una svolta nel modo in cui gli standard potevano essere reimmaginati. Fin dalle prime battute, Tatum impone il suo stile inimitabile.
La melodia originale, concepita come una ballata romantica, viene trasformata in un vero capolavoro pianistico. Giocando con il tempo, alterna passaggi fluidi ad accelerazioni audaci, sfumando i confini tra improvvisazione e composizione. I suoi ornamenti delicati e i suoi arpeggi vorticosi rivelano una ricchezza armonica che accresce la profondità emotiva del pezzo.
L’uso della modulazione è particolarmente notevole in questa registrazione. Tatum esplora tonalità inaspettate, ampliando lo spettro armonico senza perdere l’essenza melodica del brano. Il contrasto tra momenti di delicatezza quasi eterea e le sue esplosioni di virtuosismo ricorda perché è considerato un maestro assoluto dell’interpretazione e dell’innovazione.
A song composed in 1937 by Allie Wruble, with lyrics by Herb Magidson. Interestingly, « Gone With the Wind » did not feature in the 1939 film of the same name; however, it benefited from the success of Margaret Mitchell’s novel that inspired it, and within months, the record sold a million copies. Nearly forgotten until 1946, it was revived by singers and musicians and became a jazz standard.
Created during a time when Broadway and Hollywood shaped musical tastes, « Gone With the Wind » was initially performed as a romantic ballad. It captures the universal feeling of loss and nostalgia, evoking loves that fade away or fleeting moments carried off by the wind.
Popularized in the 1940s by singers like Dick Haymes and Ella Fitzgerald, « Gone With the Wind » resonated particularly in jazz circles due to its flexible harmony and fluid melodic structure, providing musicians with an ideal canvas for improvisation.
Musically, « Gone With the Wind » is built on a harmonic progression that is accessible yet rich in potential. Its warm tonality and subtle modulations allow for a wide range of interpretations, from slow ballads to swinging renditions.
This is one of the earliest interpretations of « Gone With The Wind » by pianist Art Tatum, recorded on November 29, 1937, in New York. It showcases the pianist’s genius and influence on the development of improvised music. At a time when jazz was establishing itself as a sophisticated art form, Tatum transcended the conventions of his era, transforming this standard into a virtuoso display of technique, harmony, and creativity.
Already recognized as a piano virtuoso, Art Tatum dominated the jazz scene with his innovative style, combining complex melodic lines, unparalleled rhythmic mastery, and a groundbreaking harmonic approach. His rendition of « Gone With The Wind » marked a turning point in how standards could be reimagined. From the first measures, Tatum asserts his unmistakable style.
The original melody, conceived as a romantic ballad, is transformed into a true pianistic masterpiece. Playing with tempo, he alternates between fluid passages and daring accelerations, blurring the lines between improvisation and composition. His delicate embellishments and swirling arpeggios reveal a harmonic richness that deepens the emotional resonance of the piece.
The use of modulation is particularly notable in this recording. Tatum explores unexpected tonalities, expanding the harmonic spectrum while preserving the melodic essence of the song. The contrast between moments of almost ethereal delicacy and bursts of virtuosity underscores why he was regarded as an unparalleled master of interpretation and innovation.